Arrestati dai carabinieri. Un medico e la sua amante infermiera sono accusati dalla procura di Busto Arsizio di omicidio. Sotto la lente della procura di Varese cinque casi di morte sospetta, quattro di questi all’ospedale di Saronno. Con loro altri 14 indagati quasi tutti legati alla struttura sanitaria del varesotto.
LE ACCUSE Il medico, Leonardo Cazzaniga 60 anni, anestesista del pronto soccorso (poi trasferito) è sotto indagine per omicidio volontario di quattro persone anziane. La donna, Laura Taroni di 40 anni (in forza alla stessa struttura fino a qualche tempo fa) è indagata per omicidio volontario del marito. L’uomo, 45 anni, sarebbe stato ucciso con una miscela mortale di farmaci che lo avrebbe portato progressivamente alla morte. Una prassi che, stando all’accusa, Cazzaniga avrebbe applicato ad altri pazienti terminali.
Entrambi vivono nel comasco. Lui a Rovellasca e lei, madre di due bambini, in una villetta di Lomazzo a due passi dalla casa della suocera.
IL PROTOCOLLO CAZZANIGA Le indagini, denominate “Angeli e demoni”, hanno evidenziato una sorta di prassi il “protocollo Cazzaniga” (così sembra, nominato dallo stesso specialista). Il medico è accusato di aver elaborato una specifica strategia da applicare ai malati terminali in arrivo al Pronto Soccorso. Pazienti cui somministrava il cocktail letale di farmaci – somministrati in vena – in dosi abbondanti e progressive. Tra le sostanze: promazina, propofol, midazolam e morfina.
Stando a quanto emerso le morti ospedaliere sarebbero imputabili solo all’anestesista: due casi nel 2012, due nel 2013.
IL MARITO Come detto le morti sospette contano anche il decesso del marito dell’infermiera. La relazione tra la donna e il medico sarebbe iniziata quando il coniuge era ancora in vita. Entrambi lo avrebbero portato alla morte applicando il Protocollo per un lungo periodo di tempo e somministrando farmaci non necessari che avrebbero condotto l’uomo a un indebolimento progressivo e costante tanto potente da condurlo alla morte: era il 30 giugno del 2013. Altri casi di decesso (alcuni riguardano parenti della donna) sarebbero oggetto di ulteriori approfondimenti, tutt’ora in corso. Se in alcune occasioni non è possibile escludere la morte per malattia in altri parrebbe evidente il nesso di causalità tra farmaci utilizzati e decesso.
Le indagini sono partite inseguito alla denuncia presentata da un’infermiera ai carabinieri di Saronno. Era giugno del 2014. L’inchiesta poi si è mossa tra intercettazioni, testimonianze, analisi del materiale medico e perquisizioni domiciliari negli ospedali di Angera (dove il medico ha lavorato fino a Oggi, Busto Arsizio e Saronno.
INTERCETTAZIONE AGGHIACCIANTE “Se vuoi uccido anche i bambini” dice l’infermiera. “I bambini no”, risponde il medico.
Come detto centrale per le indagini è stato l’uso di intercettazioni. Una in particolare è scioccante per contenuti. Lei che, in sostanza, propone di uccidere anche i propri figli. Secondo gli inquirenti lo avrebbe fatto per assecondare il delirio di onnipotenza dell’anestesista.